La prossima relazione magistrale del prof. Soresi, “Rifondare l’orientamento: dal “riduzionismo” neoliberista del profiling e del matching, alla “complessità: un’anticipazione

a cura di Salvatore Soresi

Nell’orientamento di questi ultimi anni si è parlato spesso di obiettivi formativi e professionali che vengono di fatto descritti in più o meno precise sequenze di percorsi ‘formativo-scolastici’ realisticamente da intraprendere o in termini di professioni o funzioni ed attività lavorative da inserire in un ‘domanda di lavoro’. Tutto questo per molto tempo è servito sia alle persone interessate a pensare al proprio futuro, sia ai professionisti dell’orientamento e del career counseling per scegliere anche ‘come’ aiutarle a farlo. Ora, non essendo più possibile a causa dei significativi cambiamenti che sembrano interessare il mercato e il mondo del lavoro futuro e della impossibilità di formulare al riguardo anticipazioni e previsioni sufficientemente precise, sembra necessario delineare un nuovo ‘modello di orientamento’ per aiutare le persone a dichiarare a se stesse e a ‘manifestare’ all’interno del contesto in cui vivono le loro aspirazioni, intenzioni e propositi per un mondo migliore e uno sviluppo di qualità e sostenibile per tutti.

La parola aspirazione, (dal latino aspiratio-onis), oltre a richiamare ‘l’atto di ‘trarre a sé l’aria (o un odore, il fumo ecc.)’ e di ‘estrarre’ qualcosa da un ambiente, si riferisce ad ‘un vivo desiderio di conseguire un fine nobile, o comunque legittimo, da parte di singoli individui, di nazioni, di gruppi sociali. In un altro ‘dizionario’, in quello di Psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, di Umberto Galimberti (2018), l’aspirazione viene considerata un ‘atteggiamento che il soggetto assume di fronte ad un ideale o a una meta’ (p.132). È sufficiente soffermarsi a riflette anche superficialmente sul valore semantico di questa parola per convincerci a proposito di quanto c’entri con il tema della rappresentazione del futuro e di ciò che ognuno di noi potrebbe desiderare a proposito del proprio futuro formativo e professionale.

Nella letteratura internazionale recente vicina alle questioni dell’orientamento lo studio delle aspirazioni inizia ad uscire dalla sfera dello strettamente scolastico o professionale, ed espandersi con decisione verso il contesto, l’ambiente e il vivere sociale. È ciò che hanno fatto Mahler et al. (2017) abbracciando visioni marcatamente preventive ed attribuendo alle aspirazioni la capacità di contenere, addirittura, i comportamenti delinquenziali e McCoy e Bowen (2015) ritenendo che la speranza e le aspirazioni per il futuro stiano alla base della resilienza dei giovani e, in particolare, di coloro che vivono in situazioni di grave degrado urbano. Alle aspirazioni, che sarebbero soprattutto dipendenti dai contesti familiari di provenienza, dalle caratteristiche del vicinato e delle esperienze scolastiche maturate, viene in tal modo riconosciuta anche una componente protettiva e preventiva di non secondaria importanza.

Ciò che in altre parole sembra emergere nella letteratura recente in materia è che pur permanendo massicciamente presente una visione tradizionale di aspirazione, che continua ad essere percepita come ‘ciò che uno vorrebbe avere ed ottenere in termini di lavoro o di riuscita scolastica’, incominciano a farsi strada altre visioni, grazie soprattutto a collaborazioni multidisciplinari e all’interesse che anche studiosi e studiose di altre discipline, come l’antropologia, la sociologia, la filosofia e persino una ‘certa economia’, sembrano dedicare al tema, in particolare, dei giovani e delle loro scelte per il futuro.

In tal modo e con il confluire di modalità diverse di considerarla, l’idea di aspirazione, inevitabilmente diventa più complessa e tende ad abbracciare anche ambiti che tradizionalmente l’orientamento trascura di coinvolgere nello studio del futuro scolastico-professionale.

Tenendo conto di tutto ciò, nel Laboratorio Larios dell’Università di Padova stiamo riflettendo e sperimentando un nuovo modo di fare orientamento molto più sensibile ed attento a ciò che sta accadendo e accadrà nei contesti di vita delle persone e a come e quanto il loro benessere futuro non possa prescindere dal loro star bene con gli altri e con la sostenibilità dello sviluppo che aspiriamo. Si tratta ovviamente di una prospettiva che renderà l’orientamento forse meno attraente e meno rassicurante di quanto spererebbero quelli che si attendono ancora da esso indicazioni precise, consigli da seguire per scegliere ragionevolmente scuole e professioni, indici di congruenza tra le caratteristiche delle persone e le richieste del mondo del lavoro in modo che, come si dice, si possano finalmente incontrare domande ed offerte.