La cura è una bella storia. Sensibilizzare al tema della demenza attraverso la fiaba.

A cura Daniela Rosas e Gloria Ferrero

La fiaba, scriveva Gianni Rodari, è un fiume tranquillo che scorre tra i due, chi legge e chi ascolta. Un modo di prendersi cura e al contempo prendere posizione difronte alle complessità della vita.
La cura è una bella storia è un breve testo che racconta l’esperienza di lettura condivisa di una fiaba, con oltre 60 bambine e bambini sparsi per l’Italia, le loro famiglie e insegnanti di scuole materne. Un tentativo tirare un filo rosso tra la fiaba e la vita, dell’intreccio di questo filo suo con il futuro, con le scelte quotidiane, con le risorse necessarie per fare una buona vita e aspirare al meglio, per sé e per le persone care, anche nelle situazioni più complesse.
Un modo possibile di usare fiabe e racconti per attrezzarci, al meglio, ad affrontare le sfide del futuro, instillando in bambine e bambini la speranza anche di fronte alle difficoltà.
Il libro scelto per l’attività di sensibilizzazione è stato Le avventure di Gino Pettirosso Smemorino, scritto da Donella Comizzoli e Wanda Carriera, Happy Art Edizioni. Gino è un Pettirosso che supera diverse difficoltà nella vita, avendo un’ala spezzata, ma vive una bella vita, contorniato da amici e una famiglia numerosa. Accadde un primo “fatto strano”: Gino ripone una pentola nella scarpiera. Poi si perde nel bosco. Preoccupati per la sua salute i familiari si rivolgono al dott. Romeo il gufo, amico di famiglia, il quale capisce che si tratta di una forma di Alzheimer.
La comparsa della demenza è difficile da accettare, per tutta la famiglia. In Italia sono circa 3 milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza e il numero totale delle persone con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600 mila con demenza di Alzheimer). Un numero importante di famiglie, alle prese con cambiamenti e riorganizzazioni di tutti gli aspetti della vita.
Il dott. Filippo Dipasquale, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, in un capitolo di La cura è una bella storia, spiega bene ciò che alcune ricerche negli ultimi anni hanno messo in luce: “La manifestazione dei segni della demenza in una persona cara determina un dolore particolare, con caratteristiche sensibilmente diverse da quelle determinate da altre patologie”.
Occuparci in anticipo, o meglio, pre-occuparci, di una malattia come la demenza, rappresenta una possibilità di cura reale, per i singoli individui e per la società. Una via per sviluppare risorse utili ad affrontare la complessità e per aiutarci ad ampliare il ventaglio di azioni, comportamenti, scelte possibili e/o alternative, anche attraverso le storie delle altre persone.
Le fiabe possono giocare un ruolo importante nel “preparare” anche i più piccoli ad affrontare le complessità della vita, come suggeriva Wisława Szymborska nel suo Letture facoltative, parlando dell’importanza di farsi spaventare dalle storie. Con l’intenzione di prenderci cura, in particolare dei più piccoli, potremmo trovarci a preservare, con troppa convinzione, la percezione (o il racconto) che la realtà sia priva di dolori, problemi, malattie, più in generale di difficoltà, perché questo pensiero – per dirla in semplicità- ci fa stare meglio. 
Le fiabe offrono soluzioni coraggiose, che includono la paura, lo spavento profondo e promuovono al contempo sentimenti di fiducia e speranza nel poter riuscire. Bambine e bambini esplorano così ciò che li spaventa, facendo domande, come abbiamo visto in questa attività di sensibilizzazione. Oltre lo spavento, oltre la scelta di come agire, c’è il futuro. Un futuro non sempre facile da raggiungere, una meta non sempre alla portata. 
La fiaba, in questo senso, può rivelarsi uno strumento di straordinaria efficacia, anche per le persone adulte. La cura, in queste pagine, è intesa come bene relazionale, il cui seme può germogliare anche nella fiaba. Nelle fiabe troviamo un po’ di futuro, degli indizi di una realtà che ancora non conosce, suggeriva Calvino. E vi troviamo anche una “iniziazione all’umanità, al mondo dei destini umani” che ancora bambine e bambini non conoscono.
La volontà di introdurre attraverso la fiaba un tema tanto complesso, come la malattia, la perdita del ricordo e ciò che ne consegue, altro non è che una presa di posizione valoriale. È dire ad alta voce che ci interessa fare politica, perché la cura è un interesse comune – il mio, il tuo – nel quale ogni persona può avere un ruolo. È dire verso quale sfida ci vogliamo impegnare, accanto a chi vogliamo stare.
Il pdf, scaricabile gratuitamente qui sotto, è per tutte le persone che desiderano leggerlo, soprattutto per quelle che amano andar nei boschi, dove tutto, nelle fiabe, ha inizio.
La cura è una bella storia, Versione con schwa, una delle possibili alternative per declinare le parole. Genere e scelte per il futuro sono dimensioni strettamente interconnesse tra loro. In questa cornice, mettere grammaticalmente alla pari, come suggerito da alcuni autori e autrici, è un’opportunità da mettere alla prova.
La cura è una bella storia, Versione senza lo schwa, compatibile con tutti gli e-reader (lettori di schermo).
L’attività di sensibilizzazione è stata realizzata all’interno del Progetto ᴛᴏ ᴄᴀʀᴇ | ᴠɪᴄɪɴᴏ ᴀ ᴄʜɪ ᴄᴜʀᴀ e grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo

Bibliografia

A. Sormano, Sociologia e linguaggio, Ellissi
AA.VV, Questioni di un certo genere, Iperborea
E. Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore
G. Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, 2010.
G. Gatto, La fiaba di tradizione orale, LED Edizioni
I. Calvino, Fiabe Italiane, Mondadori
J. Zipes, La fiaba irresistibile, Donzelli
J.L. Austin, Come fare cose con le parole, Casa Editrice Marietti
P. Donati, Scoprire i beni relazionali. Per generare una nuova socialità, Rubbettino
Nota e Soresi (a cura di), La psicologia positiva a scuola e nei contesti formativi. Strumenti e contributi di ricerca. Hogrefe Editore, Firenze 2014.
S. Soresi (a cura di), Psicologia delle disabilità e dell’inclusione, Il Mulino, Bologna 2016.
V.J. Propp, Le radici storiche dei racconti di fate, Bollati Boringhieri
W. Szymborska, Letture facoltative, Biblioteca Adelphi