Dal cammino fatto insieme …a nuovi progetti che stanno prendendo vita

Siamo giunti al termine dei due corsi di formazione “Corso di perfezionamento in Orientamento e career counselling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale” e “Corso di alta formazione: Orientamento a scuola: progettare futuri equi, inclusivi e sostenibili”, in materia di orientamento e progettazione professionale in una prospettiva inclusiva e sostenibile.

Il corso di perfezionamento, ha visto il coinvolgimento di 45 professionisti e professioniste, interessati/e ad aggiornare le loro conoscenze e abilità per supportare le persone nell’arco della vita nella progettazione di un futuro di qualità. Il corso si è proposto di formare una figura professionale in grado di contribuire tramite azioni di orientamento e advocacy sociale alla costruzione di contesti inclusivi, sostenibili e improntati alla giustizia sociale

Al corso di alta formazione hanno partecipato circa 50 insegnanti provenienti dal Comune di Padova e dal Comune di Roma, interessati ad acquisire conoscenze in merito alle condizioni socio-economiche che caratterizzano i tempi attuali, alla complessità insita nel sistema lavorativo che possono favorire disuguaglianze e vulnerabilità nel corso dell’età evolutiva. I/le corsisti/e al termine del corso possono agire facendo riferimento ad approcci di orientamento equi, inclusivi e sostenibili e di progettare, implementare e verificare l’efficacia di interventi a vantaggio di di futuri di qualità per tutti e tutte.

Di seguito riportiamo le riflessioni condivise da un gruppo di partecipanti alla fine delle due attività di formazione.

Giulia Fiorillo, corsista del corso di perfezionamento a.a. 2022/2023
Si sono appena concluse le lezioni del corso di perfezionamento “Orientamento e career counselling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale” dell’ a.a. 2022-2023 organizzato dall’Università di Padova insieme a LARIOS.
Sono stata molto incuriosita per il taglio multidisciplinare annunciato nel lancio del corso, in cui si prevedeva il coinvolgimento di esperti/e oltre che, ovviamente, nel settore dell’orientamento, anche nei settori dell’economia, dei diritti umani e delle scienze giuridiche e politiche, della sociologia del lavoro, dell’informatica e dell’accessibilità, della sostenibilità.
Altra peculiarità del corso, che ho scoperto già dalle prime presentazioni in classe, è stata l’eterogeneità delle professioni di provenienza di ognuno di noi e delle motivazioni per cui ognuno affrontava il percorso.
Personalmente mi sono iscritta al corso per avere un aggiornamento sui modelli nel campo dell’orientamento e per avere suggerimenti su strumenti innovativi. In maniera empirica sto verificando che siamo in una fase di cambiamento sia della società in cui viviamo ma anche delle persone. Mi interessava sapere se c’era una lettura accademica dei cambiamenti in atto e soprattutto una proposta di attività al passo con questi cambiamenti, per poter essere realmente di supporto a chi si rivolge a me per una progettazione formativo/professionale.
Già dalle prime lezioni si è chiarito il senso della multidisciplinarietà: se l’orientamento è un processo di trasformazione, di cambiamento della persona che lo affronta, allora l’orientatore deve essere a conoscenza dei
rischi, delle minacce che insidiano la scelta, per poter innescare il processo di trasformazione. Questo perché il contesto in cui viviamo ha ripercussioni sulle nostre scelte, molto più che nel passato. Le persone pensano che fenomeni invisibili o poco visibili, come l’economia, la globalizzazione, la tecnologia non le riguardino direttamente ma non è così. Il microsistema in cui si inserisce la vita di ognuno di noi è inglobato nel macrosistema in cui sono
inseriti anche tutti questi “rischi” che possono influenzare negativamente o impedire il cambiamento che un percorso di orientamento può produrre. Da qui la necessità per i professionisti di conoscere queste “minacce”, che io preferisco chiamare sfide. Altrimenti si rischia di rafforzare il passato e non di progettare il futuro.
La riflessività e la narrazione sono state le tecniche sviluppate nel corso, per poterci allenare a leggere in maniera critica le informazioni, per dare il tempo alle idee suscitate dal dibattito di sedimentarsi per creare nuovi pensieri, per rallentare quei processi mentali che la tecnologia ed i ritmi odierni cercano di velocizzare, rendendoli automatismi inconsapevoli. L’eterogeneità dei partecipanti ha reso molto ricco il dibattito ed ha permesso di avere diversi punti di vista e di sensibilità. I docenti hanno condotto le discussioni, permettendo lo sviluppo di idee e approfondimenti, oltre che essere stimolo ed esempio di tecniche di conduzione di gruppi.
Le lezioni sono stati strumenti per comprendere il contesto, per dare all’operatore e alle persone mezzi di comprensione, per restituire senso e valore a parole come lavoro, futuro, realizzazione e cercare di dare reali
opportunità alla persona di progettare il proprio futuro avendo presente quali potrebbero essere le sfide che remano contro. Tutto ciò per non individualizzare l’insuccesso, far ricadere sul singolo la difficoltà della scelta e l’eventuale
insuccesso rispetto alle proprie aspirazioni.
Fil rouge del corso è stata la sostenibilità delle nostre azioni e quindi anche delle nostre progettazioni. Questo perché se è vero che il contesto influisce sulla sfera del singolo, anche le scelte del singolo possono avere ripercussioni sulla sfera meso e macro del sistema. Come il sasso nello stagno che crea cerchi concentrici che si propagano dal punto d’impatto. Progettare il proprio futuro partendo dalle sfide della sostenibilità, ad esempio i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, permette alla persona di proiettarsi in un futuro che non solo è possibile e anche desiderabile, come direbbe il prof. S. Soresi, ma anche che ci mantiene in contatto con la comunità in cui viviamo ed in definitiva con l’intero pianeta.
Il corso è stato impegnativo e sfidante, molto stimolante e ha creato una community fra i partecipanti e i professori molto viva, che spero sia solo l’inizio di un percorso di aggiornamento continuo fra professionisti, con il supporto di LARIOS.
Maria Zallo, corsista del corso di alta formazione a.a. 2022/2023
Partecipare a questo corso di alta formazione è stata per me un’esperienza illuminante innanzitutto come persona e, di conseguenza, come persona che svolge il lavoro di insegnante di scuola dell’Infanzia. Mi sono chiesta quante volte il mio agire sia stato semplicistico ed egocentrico, quante volte ho seguito l’onda senza riflettere come il mio agire possa impattare sul futuro. Ho compreso che lo scenario complesso, le criticità e le interconnessioni, che ritroviamo nel macrosistema, possono essere modificate solo se ci impegniamo a cambiare le nostre azioni nel microsistema.  Quello che più mi ha colpito è la necessità di includere ciascuno e tutti avendo attenzione anche al contesto, perché l’unicità di ognuno è una ricchezza che necessita terreni ben curati e sostenibili per facilitare la crescita e la fioritura. Leggendo anche i materiali si ha una visione d’insieme articolata a più livelli e la “CIAMBELLA” di Roworth è un chiaro esempio che ancora abbiamo speranza  di agire per il cambiamento. Ognuno di noi ha il compito di essere agente del cambiamento, realizzare il proprio progetto di vita pensando un po’ meno a se stessi ma più al pianeta e agli altri, mettendo in campo azioni e progetti che portino al bene comune e ad una vita soddisfacente. In un contesto così la scuola è chiamata a formare i giovani, a partire dalla scuola dell’Infanzia, a inseguire il proprio oriente, scardinando quella concezione egocentrica di lavoro utile a soddisfare solo i propri bisogni,  piuttosto che un lavoro sostenibile e dignitoso volto al proprio ed altrui benessere.
Loredana Ziantoni, corsista del corso di alta formazione a.a. 2022/2023
L’esperienza vissuta e condivisa con docenti di ogni ordine e grado e dislocati su territori diversi ha rafforzato in me l’impegno di continuare a scommettere sul futuro dei nostri studenti, incoraggiandoli ad essere protagonisti della vita, a maturare e ad esternare pensieri personali e critici e ha rafforzato in me la convinzione di continuare a promuovere per loro esperienze concrete e condivise, in cui siano attori. Ho concluso il percorso di lezioni con due giornate di attività pratica e con la consapevolezza di poter contare su persone che credono alle sfide del mondo e si adoperano ad essere ascoltatori, persone di speranza e risolutori di queste sfide per il raggiungimento del benessere della collettività. Un grazie sincero alle docenti dell’università di Padova.
Maria Pia Graf, corsista del corso di alta formazione a.a. 2022/2023
Partecipare al Corso di Alta Formazione sull’Orientamento dell’Università di Padova è stata un’esperienza estremamente gratificante che mi ha permesso di guardare alle attività di orientamento che vengono svolte nella scuola secondaria di primo grado in modo nuovo, collaborativo e coinvolgente.
Mi occupo di orientamento da 13 anni, in qualità di funzione Strumentale di Istituto e fino al mio illuminante incontro con i docenti del corso svolgevo il mio ruolo somministrando test di orientamento, mettendo in contatto alunni e famiglie con gli istituti del territorio, partecipando ad eventi e fiere.
Mi sono appassionata ai laboratori di orientamento proposti dalle docenti del Corso, che ci hanno accompagnato in percorsi nuovi e moderni, con un occhio attento all’inclusione, alla sostenibilità e al lavoro dignitoso.
Metterò in atto quanto appreso con un progetto scolastico che partirà già dal prossimo anno nel mio Istituto Comprensivo “Gugliemo Pallavicini” di Roma.
Un grazie veramente di cuore
Michela Apruzzi, corsista del corso di alta formazione a.a. 2022/2023
Sono partita un po’ impaurita all’inizio del corso… Poi lezione dopo lezione mi sono sentita più fiduciosa.. Il mio micro sistema in quanto persona può cambiare qualcosa nel macro sistema che è la nostra società moderna. Dobbiamo essere persone pronte al cambiamento ad affrontare numerose sfide seguendo il nostro personale life design… in un’ottica inclusiva e comunitaria e mai individualistica. Come insegnanti dobbiamo far sì che l’orientamento attraversi trasversalmente il percorso formativo dei nostri studenti a partire dalla scuola dell’infanzia in un processo continuo di crescita.