Con le persone … nei contesti. Il significato di un Manifesto per l’inclusione a proposito di Decent Work, Equity ed Inclusion

A cura di Teresa M. Sgaramella e Elena Milano^
Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata, Università degli Studi di Padova
^Progetto Servizio Civile Nazionale, Università degli Studi di Padova

Ancora manifesti sull’inclusione? L’inclusione promuove la felicità, la fiducia (Forrester-Jones et al., 2006), il benessere (Johnson, Douglas, Bigby, & Iacono, 2012), la capacità di prendere decisioni (Johnson, Douglas, Bigby, & Iacono, 2009). E’ importante per tutti, con e senza disabilità (Mahar, Cobigo, & Stuart, 2013).
Occuparsi di Inclusione oggi in realtà multiculturali complesse e incerte vuol dire assicurarsi che i contesti, siano in grado di garantire ad ogni persona, con le proprie unicità, la partecipazione alla vita sociale e civile (Asante, 2002; Soresi, 2016; Shogren et al., 2016). Vuol dire non solo conoscere le risorse, i punti di forza e le dimensioni di funzionamento che contribuiscono al benessere e alla qualità di vita delle persone. Vuol dire riflettere sulle azioni che il singolo individuo si può impegnare a portare a termine nei diversi contesti di vita a cui partecipa, con i diversi ruoli che assume. Ci si riferisce qui, per esempio, a quelle azioni che assumono il risultato di ‘preparazione’ all’inclusione, ovvero a tutte le buone pratiche che vanno oltre l’accesso ai contesti; oltre gli sforzi per l’integrazione che il singolo interessato alla partecipazione alla vita in un determinato contesto può mettere in atto (Amado et al., 2013; Soresi, 2016). E con questo si sottolinea il valore delle relazioni che il singolo sviluppa dopo l’accesso alle strutture (Bates & Davis, 2004) che facilitano lo sviluppo di un articolato senso di appartenenza in un contesto in cui sente di ricevere supporto, sviluppare conoscenze ed esperienze significative (Cobigo et al., 2012).
Le nostre realtà possono risultare “bellissimi insiemi di differenze, poco ordinati e difficilmente organizzabili per la complessità che li caratterizza, ma proprio per questo occasione frequente per praticare le abilità e le capacità più interessanti per il nostro presente e il nostro futuro”  (Soresi, 2016).

L’inclusione richiede di
essere agita con decisione;
richiede azioni che permettano di trasformare in pratiche di qualità le belle parole e le belle idee di cui è portatrice.

Parlare di Inclusione oggi significa, quindi, andare oltre la sfera del privato ed entrare nella sfera e nei ruoli professionali e comunitari; pensare a una serie di obiettivi che in ogni contesto ognuno può porre alla base delle sue attività, sia che si tratti di setting personali, professionali o comunitari più allargati, privati o pubblici, a vantaggio dell’ inclusione.
Allora ben venga un manifesto sull’inclusione  se coinvolge tutti in una riflessione su quali caratteristiche dovrebbe avere un contesto inclusivo (Un determinato contesto potrà essere considerato inclusivo solamente se…), sul proprio coinvolgimento a livello personale (Uno come me a proposito di inclusione..), sull’impegno e il ruolo che ciascuno può svolgere nel proprio contesto professionale (Per quanto mi concerne Io, nel mio lavoro, mi impegno a …) per garantire partecipazione attiva ed equità per tutti e per ciascuno, come ci piace ormai dire, e un lavoro dignitoso.

Uno,  dieci, cento, ….
500 manifesti per l’inclusione
Oltre 530 persone hanno raccolto l’invito e compilando il modulo, hanno proposto riflessioni sui propri atteggiamenti, affermazioni che descrivono impegni e compiti che i proponenti ritengono di poter assumere in favore dell’inclusione. Circa 370 italiani hanno risposto e oltre 150 persone hanno raccolto l’invito da diversi paesi dell’Unione Europea ma anche dagli Stati Uniti e Canada, dal Brasile, dal Sud Africa, dal Mozambico, ma anche dall’India dalla Cina, dal Giappone, dall’ Australia.
Studenti, insegnanti ed educatori ma anche studiosi e professionisti del counseling, dell’orientamento, dell’economia, dell’educazione, e quanti sono interessati alla cooperazione e alla solidarietà, sulla necessità ad unire i propri sforzi professionali e i propri saperi hanno riposto alla chiamata ed hanno completato le frasi-stimolo contenute nel modulo per avviare e sostenere una crescita sostenibile ed inclusiva, una crescita che ponga effettivamente al centro del dibattito la questione della dignità delle persone e del rispetto dei loro diritti, per promuovere la messa a bando di ogni forma di discriminazione e disuguaglianza.
Emerge una varietà di interessi e sfumature, di vissuti e riflessioni … per non parlare delle frasi chiave, dei motti e dei proverbi, che portano la cultura di diversi paesi nell’inclusione. Ed è proprio come un’onda che esalta le differenze e, scoprendole, permette alle individualità di emergere.
E’ partita inoltre la seconda fase, ovvero la raccolta e l’organizzazione dei materiali pervenuti che saranno oggetto di una apposita pubblicazione, gratuitamente distribuita a tutti i partecipanti all’International Conference. Per ulteriori informazioni cliccare qui http://www.unipd.it/counseling-and-support2017
Riferimenti Bibliografici
Amado, A. N., Stancliffe, R. J., McCarron, M., & McCallion, P. (2013). Social inclusion and community participation of individuals with intellectual/developmental disabilities. Intellectual and developmental disabilities, 51(5), 360-375.
Asante, E. (2002). Engendering Development: Through Gender Equality in Rights, Resources and Voice, A World Bank Policy Research Report.(Book Reviews/Comptes Rendus). Canadian Journal of Sociology, 27(2), 291-295.
Bates, P., & Davis, F. A. (2004). Social capital, social inclusion and services for people with learning disabilities. Disability & Society, 19(3), 195-207.
Cobigo, V., Ouellette-Kuntz, H., Lysaght, R., & Martin, L. (2012). Shifting our conceptualization of social inclusion. Stigma research and action, 2(2), 75-84.
Forrester‐Jones, R., Carpenter, J., Coolen‐Schrijner, P., Cambridge, P., Tate, A., Beecham, J., … & Wooff, D. (2006). The social networks of people with intellectual disability living in the community 12 years after resettlement from long‐stay hospitals. Journal of Applied Research in Intellectual Disabilities,19(4), 285-295.
Mahar, A. L., Cobigo, V., & Stuart, H. (2013). Conceptualizing belonging.Disability and Rehabilitation, 35(12), 1026-1032.
Johnson, H., Douglas, J., Bigby, C., & Iacono, T. (2009). Maximizing community inclusion through mainstream communication services for adults with severe disabilities. International Journal of Speech-Language Pathology,11(3), 180-190.
Johnson, H., Douglas, J., Bigby, C., & Iacono, T. (2012). A model of processes that underpin positive relationships for adults with severe intellectual disability. Journal of Intellectual and Developmental Disability, 37(4), 324-336.
Shogren, K. A., Wehmeyer, M. L., & Lane, K. L. (2016). Embedding interventions to promote self-determination within multitiered systems of supports. Exceptionality, 24(4), 213-224.
Soresi, S. (2016) (a cura di). Psicologia delle disabilità e dell’inclusione. Bologna: Mulino.