Diffusione delle conoscenze nella società del XXI secolo, rapporti internazionali e collaborazioni

di Lea Ferrari

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Rispondere alle sfide di questo nuovo millennio caratterizzato dalla globalizzazione, dai mutamenti tecnologici e dalla crisi dei mercati del lavoro richiede ai professionisti dell’orientamento di sapersi confrontare sempre più con le diversità dovute al genere, all’etnia di appartenenza, alle preferenze personali, alla presenza di disabilità e alle condizioni socio-economiche che possono contraddistinguere i clienti. Per questo gli operatori devono continuare, nel tempo, ad approfondire e studiare le modalità di risposta più adeguate alle necessità delle persone. A tal fine, preziosi sono i suggerimenti che provengono dalla letteratura internazionale; si pensi, ad esempio, al contributo che possono fornire i nuovi approcci teorico-applicativi che enfatizzano prospettive ecologico-contestuali e la relazione fra l’individuo e il suo contesto di appartenenza.
La National Career Development Association (NCDA) già nel 2000 sottolineava la necessità che gli operatori di orientamento prendessero spunto per il loro lavoro dallo studio della letteratura internazionale. Si è arrivati addirittura a sostenere che l’orientamento del futuro avrebbe tratto beneficio dagli scambi internazionali, dalle collaborazioni a più livelli e dalla ricerca cross-culturale.
Ricordo che anche la CRUI, in linea con le istanze maturate a livello europeo sia all’interno del Consiglio europeo di Lisbona nel 2000 che di quelle delineate dal Processo di Bologna, enfatizza che per la formazione dei giovani, i lavoratori di domani, è necessario puntare ad un accrescimento della mobilità di studenti, ricercatori e docenti come elemento imprescindibile per il miglioramento della qualità della ricerca e delle attività didattiche e di formazione. Per altro, questo dovrebbe comportare università maggiormente in grado di competere nelle classifiche internazionali, di formare studenti e lavoratori capaci di far fronte alle richieste del mondo globalizzato, di produrre società che concorrono al progresso civile e al processo di pace, di divulgare il proprio lavoro in modo che sia considerato dal mondo dei professionisti, della produzione, del potere politico e amministrativo (CRUI, 2010).
Specificatamente per l’orientamento, l’attenzione agli scambi, alla mobilità, all’aggiornamento continuo viene sostenuta anche dal progetto europeo NICE – University Network for Innovation in Guidance, finanziato all’interno del Lifelong Learning Programme della Comunità Europea, a cui i membri del La.R.I.O.S. partecipano come rappresentanti italiani. Fra gli obiettivi vi è quello di dare vita a processi formativi che tengano conto dell’evoluzione della società, nei suoi risvolti economici, politici e sociali, con curricoli che enfatizzino la mobilità degli studenti e dei docenti.
Sempre a questo riguardo anche il Network Italiano Formazione Universitaria in Orientamento ha sostenuto nel documento di Pavia (consultabile nell’editoriale della newsletter n. 1) che gli scambi culturali e scientifici tra atenei sono un requisito sine qua non per la professionalizzazione continua degli orientatori. Nel documento congiunto presentato per altro in questa newsletter nella sezione “Orientamento e università” si ribadisce che è opportuna e auspicabile la realizzazione, nel limite del possibile, di azioni formative congiunte e coinvolgenti atenei diversi, oltre che per ragioni di natura economica, per facilitare scambi culturali e scientifici e favorire la mobilità di studenti e docenti.

In Italia, un ruolo significativo per la ‘sprovincializzazione dell’orientamento’ è ricoperto dalla SIO (Società Italiana per l’Orientamento) sin dal 2004, anno in cui è stata fondata. Questa associazione riunisce al suo interno docenti e ricercatori, consulenti e professionisti del settore e si propone di colmare la distanza che spesso intercorre tra la ricerca e la pratica. Essa, inoltre, sostiene, in base all’articolo 6 del codice deontologico, che i professionisti che ne fanno parte sono tenuti a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi. In quest’ottica la SIO supporta l’organizzazione di convegni in materia di orientamento ai quali partecipano studiosi di altre nazioni e di chiara fama internazionale, che discutono i loro lavori insieme a professionisti e ricercatori italiani.
L’importanza che l’associazione attribuisce all’internazionalizzazione delle conoscenze e delle competenze di studiosi e operatori si concretizzerà quest’anno nel sostegno al convegno internazionale ‘Vocational Designing and Career Counseling: Challenges and New Horizons’, organizzato dal Laboratorio La.R.I.O.S., che si terrà a Padova il 12, 13 e 14 settembre 2011 e in cui gli interessati potranno confrontarsi con gli approcci teorici e applicativi che si stanno studiando in altre parti del mondo.
Già in altre occasioni, la SIO ha dato prova di credere in questo tipo di azioni collaborando sempre con il Laboratorio La.R.I.O.S. alla realizzazione nel 2007 del convegno internazionale IAEVG ‘Guidance and Diversity: Research and Application’, a cui confluirono più di 700 partecipanti da tutto il mondo, e di numerosi seminari. Ricordiamo il recente seminario del prof. Itamar Gati, Hebrew University (Israele) tenutosi nel maggio 2010, e i seminari precedenti tenuti dal prof. M. Wehmeyer, Kansas University, aprile 2006, dal prof. Barry Zimmerman, University of New York, maggio 2006, dal prof. Robert Lent, University of Maryland, luglio 2005, dal prof. Spencer Niles, Penn State University, ottobre 2005, dal prof. David Blustein, Boston College, e dal prof. Hanoch Flum, Ben-Gurion University, Israele, ottobre 2005. Quest’anno avremo il piacere di avere nostri ospiti i prof. Puncky P. Heppner e Mary Heppner (Missouri-Columbia University, USA), che affronteranno il tema del problem solving nel contesto dell’orientamento e del career counseling, e la prof. Nadya A. Fouad (University of Wisconsin-Milwaukee, USA) che parlerà di credenze di efficacia, barriere professionali e career counseling multiculturale (clicca qui per il depliant dei seminari e per la scheda di iscrizione).
Anche il Laboratorio La.R.I.O.S., di cui faccio parte, ha sempre dato particolare attenzione all’internazionalizzazione, alla realizzazione di progetti di ricerca cross-culturali e alla partecipazione a gruppi di ricerca internazionali, tra cui il Life Design International Research Group, il Career Adaptability International Collaborative Group e l’University Network for Innovation in Guidance Erasmus-NICE. Questo lavoro di networking risulta per altro apprezzato dalla comunità internazionale tanto che nel capitolo introduttivo del volume International Handbook of Cross-Cultural Counseling: Cultural Assumptions and Practices Worldwide pubblicato a cura di L. Gerstein, P. Heppner, S. Ægisdóttir, A. Leung, e K. Norsworthy nel 2009, al Laboratorio La.R.I.O.S. vengono dedicate parole di elogio per l’intensa attività che al suo interno si svolge sia a livello nazionale che internazionale (si rimanda alle pagine 15 e 16 del capitolo primo del volume visibile cliccando qui)

La creazione di questa rete di contatti e di collaborazioni ha dato vita alla realizzazione di attività di ricerca che sono state oggetto di pubblicazione nelle più prestigiose riviste del settore. Tra questi contributi, un ruolo di primo piano è sicuramente da riconoscere al position paper “Life Designing: A Paradigm for Career Construction in the 21st Century” pubblicato sul numero 75 del Journal of Vocational Behavior (per visionare l’abstract clicca qui). Gli autori di questo lavoro, che costituiscono un chiaro esempio di collaborazione internazionale, hanno dato vita ad un forum internazionale per mettere a punto un nuovo approccio finalizzato a soddisfare i bisogni delle persone che vivono nel XXI secolo, nella cosiddetta società della conoscenza, evitando le difficoltà insite nell’esportare in altre nazioni e contesti modelli e metodi messi a punto in un determinato Paese e nell’adattarli per il loro utilizzo. Essi si sono periodicamente incontrati presso la Vrije Universiteit di Bruxelles per tre anni, poi a Losanna, nel 2009, presso la University of Lausanne, e a Parigi, nel 2010, presso l’Institut National d’Etude du Travail et d’Orientation Professionnelle. Il prossimo incontro è previsto per settembre presso l’università di Padova. Sotto la guida di Mark L. Savickas (USA), Laura Nota e Salvatore Soresi, i rappresentanti italiani, hanno lavorato insieme a Jerome Rossier (Institute of Psychology, University of Lausanne, Svizzera), Jean-Pierre Dauwalder, (University of Lausanne, Svizzera), Maria Eduarda Duarte (Universidade de Lisboa, Portogallo), Jean Guichard (Institut National d’Etude du Travail et d’Orientation Professionnelle – Conservatoire National des Arts et Métiers, Parigi, Francia), Raoul Van Esbroeck (Vrije Universiteit, Bruxelles, Belgio) e Annalies E.M. van Vianen (University of Amsterdam, Olanda).

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Questo contributo merita una menzione speciale anche perché è stato considerato dal Career Development Quarterly (CDQ) il miglior contributo del 2009 in materia di orientamento. Ogni anno questa importante rivista internazionale, pubblicata sotto gli auspici della NCDA, affida ad uno studioso del settore il compito di effettuare una revisione della letteratura dell’anno precedente e di stilare una top ten dei migliori lavori, quelli che non si possono non conoscere se ci si occupa di orientamento. Per il 2009 la classifica è stata stilata da Paul J. Hartung, professore al Northeastern Ohio Universities Colleges of Medicine and Pharmacy e vincitore nel 2009 del “John L. Holland Award for outstanding achievement in career and personality research”. Secondo il punto di vista di Hartung in questo articolo si descrivono le tappe che l’orientamento deve necessariamente percorrere per adeguarsi ai tempi correnti e ciò che si propone cambia radicalmente il modo di concepire, studiare, e sostenere le persone nello sviluppo della loro vita attraverso il lavoro e la carriera. In particolare, ciò che si evidenzia è una evoluzione epocale dell’orientamento dalla consulenza professionale (career counseling) alla consulenza per la costruzione della vita (counseling for life design). Di fatto, la nuova organizzazione sociale del lavoro pone ai ricercatori che intendono aiutare le persone a progettare la loro vita lavorativa una serie di domande e di sfide che richiedono di essere affrontate in modo innovativo. In specifico questi studiosi hanno elaborato un modello per l’intervento che si caratterizza per cinque assunti relativi al modo di vedere le persone e la loro vita lavorativa: le possibilità contestuali, i processi dinamici, i progressi non-lineari, le molteplici prospettive e la presenza di pattern personali. Facendo riferimento alla teoria della costruzione di sé di Guichard (2009) e alla costruzione della vita professionale di Savickas (2005, 2007) che descrivono le azioni utili a facilitare la progettazione del proprio futuro, il modello proposto enfatizza il ruolo dell’interazione sociale e delle narrazioni nella costruzione della conoscenza e dell’identità di un individuo. L’approccio del life design inoltre sottolinea che gli interventi dovrebbero caratterizzarsi per essere life long, olistici, contestuali e preventivi.

A proposito di questo contributo voglio anche segnalare l’apprezzamento che questo articolo ha suscitato nella comunità internazionale tanto che è risultato il secondo articolo più letto del Journal of Vocational Behavior nei primi quattro mesi del 2010 (per visionare la classifica clicca qui) e il sesto articolo più richiesto alla medesima rivista da giugno 2009 a giugno 2010. Esso per altro è stato tradotto in ben cinque lingue: italiano (n. 11/1 del GIPO – Giornale Italiano di Psicologia dell’Orientamento), francese, greco, spagnolo e portoghese.
Nella top ten del CDQ vi è anche un altro contributo che ha visto la partecipazione di studiosi italiani. Si tratta del lavoro intitolato “The Relation of Cultural Context and Social Relationships to Career Development in Middle School” di Howard, Ferrari, Nota, Solberg e Soresi pubblicato sul numero 75 del Journal of Vocational Behavior (per visionare l’abstract clicca qui). Hartung ha sottolineato che le credenze di efficacia, oltre ad essere tra le variabili più studiate nell’orientamento, sono state in questo studio innovativamente utilizzate e concettualizzate come parte integrante del costrutto di Agency. L’Agency è stata infatti operazionalizzata in termini di credenze di efficacia, livelli di motivazione e capacità di formularsi degli obiettivi. Più in specifico, in questo studio è stato analizzato il ruolo giocato dal supporto fornito da genitori, insegnanti e amici, sia direttamente che indirettamente tramite il senso di Agency, sul rendimento scolastico, sui livelli di stress e sui livelli di decisione percepiti. Sono stati coinvolti 588 alunni della scuola secondaria di primo grado, di cui 322 del nord Italia e 266 del sud. In generale i risultati mettono in evidenza che l’Agency è in grado di influenzare soprattutto il rendimento scolastico e i livelli di decisione. Sono state inoltre osservate alcune differenze associate al genere e alla zona di residenza che pongono in primo piano come, per i ragazzi del nord e per le ragazze del sud Italia, l’impatto del supporto familiare sul rendimento scolastico e sui livelli di decisione è mediato dal senso di Agency, mentre per le ragazze del nord Italia il supporto familiare ha un’influenza diretta.
Nella classifica stilata da Hartung sono citati altri otto lavori, che dovrebbero meritare particolare attenzione:

  1. La revisione della letteratura del 2008 di Patton e McIlveen “Practice and research in career counseling and development – 2008” pubblicata nel dicembre 2009 sul CDQ.
  2. L’articolo “Fitting measurement models to vocational interest data: Are dominance models ideal?” di Tay et al. che affronta il tema della misurazione degli interessi fornendo una serie di spunti di riflessione a proposito della costruzione degli item e dell’utilizzo delle procedure informatizzate per abbreviare i tempi di somministrazione.
  3. Gli special issue di giugno 2009 del CDQ (Trusty e VanEsbroeck) e dell’International Journal for Educational and Vocational Guidance (VanEsbroeck e Trusty) in cui vengono resi noti i più importanti contributi presentati nel simposio e nel convengo internazionale che si è tenuto a Padova nel 2007 a cui hanno preso parte le tre più importanti organizzazioni mondiali che si occupano di orientamento, la IAEVG (International Association for Educational and Vocational Guidance), la NCDA, e la SVP (Society for Vocational Psychology).
  4. Lo special issue di dicembre 2009 del Journal of Vocational Behavior che propone una serie di articoli centrati sugli effetti e sulle possibili risposte alle difficoltà prodotte dalla globalizzazione, dal progresso tecnologico e dalla crisi economica nel mondo.
  5. Gli articoli “The relations of vocational interests and mathematical literacy: On the predictive power of interest profiles” (Warwas et al.) e “Development and criterion validity of differentiated and elevated vocational interests in adolescence” (Hirschi) che prendono in esame gli interessi professionali.
  6. La sezione del CDQ di marzo 2009 dedicata ai “Pioneers of the vocational guidance movement: A centennial celebration” che permette di fare il punto della situazione tracciando dei link tra presente e passato per meglio comprendere il futuro.
  7. La meta-analisi di Paul e Moser, “Unemployment impairs mental health: Meta-analyses” che prende in esame gli effetti della disoccupazione sulla salute mentale dei lavoratori.
  8. Il lavoro di Krieshok e collaboratori “Career decision making: The limits of rationality and the abundance of non-conscious processes” che propone un modello alternativo di analisi del processo decisionale prendendo in esame gli aspetti consci, inconsci e occupazionali.

Ci tengo infine a ricordare che, in sintonia con quanto sopra, per facilitare il processo di ampliamento delle conoscenze e la diffusione di quanto viene pubblicato nelle riviste internazionali, il Giornale Italiano di Psicologia dell’Orientamento prevede in ogni numero la traduzione di due articoli delle più prestigiose riviste internazionali, quali il Career Development Quarterly, il Journal of Vocational Behavior e il Journal of Career Development.
Ritengo prezioso lo sforzo che come La.R.I.O.S., SIO e gruppo editoriale del GIPO si sta facendo a questo riguardo e il mio augurio è che ciò possa continuare a dare frutti significativi che contribuiscano ad ampliare gli orizzonti sia della ricerca che della pratica professionale.

Bibliografia

Gerstein, L.H., Heppner, P.P., Ægisdóttir, S., Leung, S.A. e Norsworthy, K.L. (2009). International Handbook of Cross-Cultural Counseling: Cultural Assumptions and Practices Worldwide. Thousand Oaks, CA: Sage.
Guichard, J. (2009). Self-constructing. Journal of Vocational Behavior, 75, 251-258.
Hartung, P. (2010). Practice and research in career counseling and development – 2009. The Career Development Quarterly, 59, 98-142.
Hirschi, A. (2009). Development and criterion validity of differentiated and elevated vocational interests in adolescence. Journal of Career Assessment, 17, 384-401.
Howard, K.A.S., Ferrari, L., Nota, L., Solberg, V.S.H. e Soresi, S. (2009). The relation of cultural context and social relationships to career development in middle school. Journal of Vocational Behavior, 75, 100-108.
Krieshok, T.S., Black, M.D. e McKay, R.A. (2009). Career decision making: The limits of rationality and the abundance of non-conscious processes. Journal of Vocational Behavior, 75, 275-290.
NCDA (2000). Preparing counselors for career development in the new millennium. ACES/NCDA position paper (Consultato in Internet il 5 gennaio 2010. http://associationdatabase.com/aws/NCDA/asset_manager/get_file/3405/commissionpaper.pdf)
Patton, W. e McIlveen, P. (2009). Practice and research in career counseling and development – 2008. The Career Development Quarterly, 58, 118-161.
Paul, K.I. e Moser, K. (2009). Unemployment impairs mental health: Meta-analyses. Journal of Vocational Behavior, 74, 264-282.
Savickas, M.L., Nota, L., Rossier, J., Dauwalder, J.-P., Duarte, M.E., Guichard, J., Soresi, S., Van Esbroeck, R. e van Vianen, A.E.M. (2009). Life designing: A paradigm for career construction in the 21st century. Journal of Vocational Behavior, 75, 239-250.
Savickas, M. (2009). Pioneers of the vocational guidance movement: A centennial celebration. The Career Development Quarterly, 57, 194-198.
Savickas, M.L. (2007). La teoria della costruzione della vita professionale e implicazioni per la pratica. In S. Soresi, Orientamento alle scelte (pp. 17-55). Firenze: Giunti O.S. Organizzazioni Speciali.
Savickas, M.L. (2005), The theory and practice of career construction. In S.D. Brown e R.W. Lent (a cura di), Career development and counseling: Putting theory and research to work (pp. 42-70). New York: Wiley.
Tay, L., Drasgow, F., Rounds, J. e Williams, B.A. (2009). Fitting measurement models to vocational interest data: Are dominance models ideal? Journal of Applied Psychology, 94, 1287-1304.
Trusty, J. e Van Esbroeck, R. (2009). IJEVG and CDQ editors’ joint statement on the second special international issues. The Career Development Quarterly, 57, 291-292.
Van Esbroeck, R. e Trusty, J. (2009). IJEVG and CDQ editors’ joint statement on the second special international issues. International Journal for Educational and Vocational Guidance, 9, 67-68.
Warwas, J., Nagy, G., Watermann, R. e Hasselhorn, M. (2009). The relations of vocational interests and mathematical literacy: On the predictive power of interest profiles. Journal of Career Assessment, 17, 417-438.

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