A proposito della formazione in orientamento: la proposta della SIO

di Salvatore Soresi

ricerca

Prima che in Italia sorgesse la SIO, era attiva, sotto gli auspici dell’allora Società Italiana degli Psicologi, una Consulta dell’orientamento a cui, più o meno sporadicamente, aderivano colleghi, soprattutto psicologi, impegnati nelle nostre università in attività di formazione e/o di organizzazione di servizi in materia di orientamento. L’ultima riunione di questo gruppo si è tenuta presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze il 9 febbraio 2004 con il coordinamento e gli auspici del prof. Saulo Sirigatti, allora Preside della medesima Facoltà. In quell’occasione venne diramato un documento che denunciava il fatto che l’orientamento molto spesso veniva:

  • “strumentalizzato” per la promozione delle offerte formative-occupazionali e per la valutazione, in “entrata”, del possesso dei requisiti di accesso ai corsi di studio;
  • “confuso”, in itinere, con le attività di supporto allo studio, di tutorato e, “in uscita”, con le attività di tirocinio e di preselezione in favore di istituzioni, agenzie ed aziende;
  • praticato da operatori che solo raramente avevano ricevuto un’adeguata formazione in materia tanto da far registrare, probabilmente proprio per questo, un consistente gap tra quanto la ricerca e la sperimentazione internazionale veniva dibattendo e proponendo e quanto si vedeva realizzare all’interno dei nostri servizi di orientamento.

I dati che in quegli anni vennero raccolti e pubblicizzati indicavano che coloro che lavoravano nel settore dell’orientamento avevano ricevuto una formazione di circa 20 ore mediamente. Da allora le cose non sembrano migliorate di molto dal momento che anche l’OCSE continua a segnalare il fatto che:

  • “Le amministrazioni pubbliche non hanno fatto molto per definire il contenuto ed il processo della formazione iniziale degli operatori dell’orientamento professionale e per collegare gli obiettivi delle politiche pubbliche in materia di istruzione, formazione ed occupazione. Le indagini sulla formazione degli operatori dell’orientamento condotte a livello nazionale sono rare o inesistenti.
  • Le qualifiche conseguite in discipline associate (per esempio, psicologia o pedagogia) sono spesso ritenute sufficienti per l’orientamento professionale anche se tali qualifiche lasciano poco spazio alle competenze specifiche per l’orientamento professionale.
  • Non esiste un numero sufficiente di operatori dell’orientamento professionale adeguatamente formati in grado di soddisfare la domanda. […] La durata dei programmi di formazione iniziale è variabile e può andare da tre settimane a cinque anni. I brevi periodi di formazione non sono per lo più sufficienti ad impartire le conoscenze teoriche e pratiche necessarie all’esercizio di questa professione. D’altro canto, la formazione più lunga conferisce spesso competenze che consentono gli interventi approfonditi e la consulenza psicologica richiesti soltanto da una minoranza di utenti” (OCSE, 2004. L’orientamento professionale. Guida pratica per i decisori, p. 85. Bruxelles).

Tornando a “Firenze” mi fa piacere ricordare che a conclusione del nostro incontro si decise di fare qualcosa per difendere gli utenti, l’orientamento e gli stessi orientatori dando vita ad un’associazione, la SIO, con l’intento di promuovere una nuova cultura dell’orientamento, tramite l’avvicinamento della ricerca all’applicazione e viceversa e il sistematico contatto, a differenza di quanto avveniva prima, degli accademici interessati all’orientamento e quei professionisti, pochi in quegli anni, che avevano frequentato nelle nostre università dei percorsi formativi specifici post lauream.
Ricordo che la SIO1, grazie soprattutto ai frequenti contatti avviati per progetti internazionali di ricerca dal La.R.I.O.S. (Laboratorio di Ricerca ed Intervento per l’Orientamento alle Scelte) dell’Università di Padova, venne ben presto riconosciuta a livello internazionale e affiliata all’AIOSP/IAEVG, riuscendo, nel 2007, ad organizzare proprio in Italia il congresso mondiale dell’orientamento che, tra l’altro, ospitò anche l’Assemblea generale di questa importante associazione.

1 L’art. 2 dello Statuto societario precisa chiaramente gli intenti dell’Associazione: La SIO ha natura scientifico-professionale. È apolitica e apartitica, non discrimina in base a criteri di genere, di tipo religioso, socioculturale, economico e non ha scopi di lucro. Essa si propone di:
• promuovere e far riconoscere il ruolo e la specificità dell’orientamento scolastico-professionale e la professione di orientatore;
• promuovere e svolgere l’attività scientifica e la diffusione di prassi di qualità;
• sviluppare, anche a livello internazionale, l’organizzazione, il coordinamento e la gestione e la valutazione nello specifico ambito dell’orientamento;
• promuovere ogni iniziativa atta a conseguire il riconoscimento dell’Associazione sia in ambito nazionale che internazionale (…).

Come testimoniano gli stessi atti costitutivi della nostra associazione il tema della formazione, pertanto, ci è particolarmente caro in quanto senza di essa gli auspici di incremento della qualità dell’orientamento sarebbero destinati a ridursi in frasi prive di qualsiasi attributo propositivo. Tutto questo è testimoniato anche dal fatto che nel nostro ultimo congresso, quello che si è tenuto pochi mesi fa a Sperlonga, una sessione dei lavori è stata dedicata alla tematica della formazione e della certificazione delle competenze degli orientatori e che nel corso dell’Assemblea generale è stato dato mandato al Direttivo di promuovere qualche iniziativa di coinvolgimento, a livello nazionale, delle Università italiane al fine di accrescere l’offerta formativa. Ritenendo che questa materia dovesse trovar spazio soprattutto all’interno delle offerte formative delle nostre università a un mese dal nostro XII Congresso Nazionale ai Delegati dei Rettori alle attività di Orientamento è stato inoltrato l’invito che potete scaricare qui.

La reazione è stata decisamente positiva dal momento che sono stati numerosi (oltre una quarantina) gli atenei che hanno dichiarato il loro interesse ed apprezzamento per l’iniziativa. La giornata di studio si è tenuta, grazie alla disponibilità di quella Università, nella sala del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pavia il 2 luglio scorso.
In quella sede il Presidente della SIO ha proposto che, al fine di stimolare il mantenimento di livelli elevati di professionalità in materia di orientamento, le Università interessate alla formazione in questo ambito avrebbero potuto proporre iniziative formative esplicitamente finalizzate allo sviluppo delle competenze indicate nei repertori maggiormente accreditati (Associazioni internazionali, AIOSP/IAEVG e nazionali, SIO).
Procedendo in tal modo sarebbe risultata semplificata, da un lato, l’operazione di declinazione degli obiettivi formativi e dell’individuazione dei contenuti specifici da enfatizzare e, dall’altro, decisamente accelerata la stessa procedura di riconoscimento ed accreditamento delle competenze maturate.
La formazione che viene auspicata dalla SIO ed invocata in Europa, anche al fine di contrastare il diffondersi di iniziative superficiali e marcatamente privatistiche dovrebbe essere, è stato a più riprese ribadito, pubblica ed universitaria e risultare, a livello nazionale ed europeo, sufficientemente uniforme.
Per quanto sopra le Università italiane, sulla base delle indicazioni contenute nel Decreto del 22.10.2004 n. 270, sono state invitate a proporre, in modo coordinato:

  • Master in Orientamento (60 CFU) per l’accesso alla professione, per lo sviluppo di una serie di competenze di base (core competencies) e di alcune competenze specifiche così come vengono definite sia dall’AIOSP/IAEVG che dalla SIO;
  • Corsi di Perfezionamento in Orientamento (8-12 CFU) per l’accesso alla professione di laureati che in assenza di titoli specifici hanno già svolto documentabili attività di orientamento per almeno 1500 ore;
  • Corsi di Aggiornamento professionale (4-6 CFU) per persone che desiderano incrementare la propria professionalità e vedersi certificate o accreditate specifiche competenze nell’ambito dell’orientamento.

Alla fine della giornata di studio è stato approvato il documento qui scaricabile e che è stato già diffuso presso tutte le università italiane e le istituzioni che a vario titolo sono interessate all’incremento della qualità dell’orientamento e della formazione degli operatori.

I link sono stati apposti dalla Redazione; i siti cui essi rimandano erano in atto al momento della pubblicazione dell’articolo.